Proponiamo un recente articolo frutto del lavoro di due ricercatori (Tristen K. Inagaki e Naomi I. Eisenberger) del Dipartimento di Psicologia dell’Università della California in Los Angeles, in corso di stampa su Psychosomatic Medicine (vai all'abstract). In questo lavoro gli Autori rovesciano il paradigma di studio degli effetti benefici di coloro che ricevono cure e attenzioni per concentrarsi su coloro che le forniscono.
Ormai molta letteratura scientifica mostra chiaramente come alcune situazioni di assistenza protratta verso i propri cari ammalati costituiscano una grande prova fisica e psichica, soprattutto in caso di patologie croniche ed invalidanti; tuttavia, l’attenzione e la cura verso il partner – ci mostrano gli Autori – hanno effetti benefici, stimolando l’attivazione di alcune aree cerebrali connesse ad un miglior profilo neuro-ormonale in coloro che donano il proprio affetto. Bisogna sottolineare che in questo lavoro non si prende in considerazione una situazione di assistenza protratta a malati cronici; viene piuttosto valutato, in un setting sperimentale, l’effetto di un contatto fisico “supportivo” (tenere la mano) mentre il proprio partner riceve uno stimolo doloroso. In questa condizione si sono dimostrati i risultati positivi sul/la compagno/a che forniva il sostegno al partner.- Home
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