Nuove evidenze sulla comunicazione neuro-immunitaria

Nel numero 7 ottobre 2011 di Science vengono presentati due articoli di notevole interesse per la PNEI.
Nell'articolo di Mauricio Rosas-Ballina
e colleghi sono presentati i risultati riguardanti lo studio degli effetti vagali sul sistema immunitario; il nervo vago (X paio dei nervi cranici) origina dal midollo allungato nel tronco dell'encefalo e si distribuisce alla maggior parte degli organi splancnici, tra cui milza e intestino. Esso, tra le altre funzioni visceroregolatrici, sembra in grado di modulare la risposta allo stress, a danni di vario genere ed alle infezioni. La stimolazione sperimentale (elettrica) delle fibre nervose vagali è capace di ridurre la produzione di citochine infiammatorie, soprattutto attraverso l'interazione con i macrofagi splenici. I dati portati da Rosas-Ballina e colleghi, su esperimenti condotti nel topo, sembrano indicare che una sottopopolazione di cellule T-helper sia in grado di produrre acetilcolina nella milza e tale sottopopolazione sia necessaria e sufficiente a spiegare l'effetto antinfiammatorio delle fibre vagali nella milza.
Nel lavoro condotto da Connie H. Y. Wong, sempre utilizzando un modello murino, viene dimostrato come le cellule T natural killer epatiche siano soggette a modificazioni in senso antinfiammatorio dopo induzione di ictus cerebri. Sappiamo che dopo un ictus, l'organismo va incontro ad uno stato di immunosoppressione, verosimilmente come strategia adattativa al fine di ridurre il rischio di autoaggressione immunitaria per compromissione della barriera emato-encefalica. Connie H. Y. Wong e coll. mostrano come il sistema adrenergico sia implicato nella regolazione dei linfociti T NK epatici dopo ictus.
22/11/2011

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