ARTICOLI STORICI

Norepinefrina e risposta anticorpale

Proponiamo un altro articolo fondamentale nella storia della PNEI. La review curata da Sanders e Munson pubblicata nel 1985 costituì e, per certi aspetti, costituisce tuttora un punto di riferimento nelle relazioni fra stimolazione noradrenergica e regolazione della produzione anticorpale. Già molte erano le evidenze accumulate sull'effetto della stimolazione adrenergica sulle risposte anticorpali; in particolare, in un articolo di Besedovsky pubblicato su Cellular Immunology nel 1979 (Immunoregulation mediated by the sympathetic nervous system) si documentava l'innervazione degli organi linfatici da parte del sistema nervoso simpatico.
La noradrenalina (=norepinefrina), principale alfa-agonista naturale, ha effetti diversi sulla risposta anticorpale a seconda del momento in cui viene rilasciata; se infatti in una fase iniziale della risposta immunitaria (innescata dal riconoscimento di un agente estraneo) sembra avere un effetto facilitante la produzione anticorpale, in tutte le fasi successive pare smorzare notevolmente la risposta umorale dell'organismo.
Vi proponiamo l'articolo completo al link sottostante.     

Interazioni neurormonali nel condizionamento operante

I nostri comportamenti sono legati ad una miriade di fattori che vedono in gioco sia circostanze esterne (possibilità materiali, accettazione sociale, ricompense/punizioni) che interne (motivazioni personali, aspirazioni, ideali, paure). Quando facciamo qualcosa, anche dentro di noi si opera qualcosa, cambia qualcosa e, viceversa, il nostro assetto neurormonale può facilitare od ostacolare una determinata azione o un comportamento. 
Talvolta bastano delle coincidenze positive per mantenere vivo un certo modo di fare, per ripetere un'azione; altre volte coincidenze negative ci portano istintivamente a non ripetere una data azione. Il condizionamento operante è un modello di apprendimento che rispecchia la nostra vita quotidiana: se prendiamo una strada che ha un semaforo quasi sempre rosso dopo qualche tempo decideremo di cambiare percorso facendo un'altra strada. Questo è un esempio di condizionamento operante.
In questo storico articolo Brush e Fraley esaminano la mediazione neurormonale nel condizionamento operante con particolare focalizzazione sull'asse ipotalamo-cortico-surrenalico.     

Interazioni ipotalamo-immunitarie: le cellule natural killer

In questo articolo Cross e colleghi portano ulteriori dati sulla relazione che lega l'ipotalamo, struttura fondamentale del circuito neuro-ormonale, alla regolazione dell'attività immunitaria. L'articolo, apparso su Immunology nel 1984 si focalizza su come l'ipotalamo anteriore debba essere integro al fine di ottenere una corretta efficienza delle cellule natural killer, importanti effettori della risposta immunitaria cellulo-mediata contro virus e cellule neoplastiche.
Al link sottostante potete accedere al full-text dell'articolo.    

PNEI dell' infanzia

Se la PNEI ha portato un notevole contributo all'integrazione delle discipline che la compongono (psicologia, endocrinologia, neurologia e immunologia), forse non è ancora del tutto noto e apprezzato il suo contributo anche a livello delle scienze pediatriche e addirittura dell'epoca pre-natale. La sua importanza sta nel fatto che, occupandosi a 360 gradi dell'integrazione tra psiche, sistema neuroendocrino e immunità, si è anche rivolta con notevole impegno alla comprensione di tali ambiti lungo tutto l'arco della vita, compresa l'età evolutiva. Un concetto cardine condiviso dalla PNEI è che quello che siamo ora è frutto di ciò che eravamo prima. Gli eventi psicobiologici operano su di un continuum.
Nel 1983 Ader scrisse un articolo pietra miliare sulle conoscenze riguardanti le interazioni psiconeuroendocrinoimmunologiche dal concepimento allo svezzamento. Il lavoro fu così apprezzato e studiato che costituì un punto di riferimento per molti anni. Nel 1996, prendendo ancora spunto da tale articolo, Cristopher L. Coe coordinò un gruppo di lavoro per la pubblicazione di un intero numero monografico su Brain, Behavior, and Immunity dedicato  all'argomento.
Il rapporto che si instaura tra madre e nascituro è complesso, molto delicato, la base per il futuro del nuovo individuo; ma anche un punto di partenza per la madre, che viene condotta a nuovi equilibri e ad una nuova dimensione relazionale. Lo stile di vita materno influisce costitutivamente sullo sviluppo del neonato, fin dai primi istanti dal concepimento (si pensi a cose molto pratiche, quali fumo, uso di alcol, farmaci, ecc...) e provocando effetti più o meno rilevanti sullo sviluppo del sistema nervoso, sulle increzioni citochiniche, sull'assetto ormonale.
Una nota umana ci fa accennare anche all'importanza del padre in questo processo di sviluppo quale fattore favorente o ostacolante un'armoniosa evoluzione dell'età pre e post-natale, potendo costituire per la madre un valido punto d'appoggio.     

Prostaglandine e sistema nervoso centrale

Wolfe e Coceani nel 1979 ci lasciano in questa review (1979) una panoramica del ruolo regolatorio svolto dalle prostaglandine nel SNC. Già diversi anni prima sempre Coceani aveva focalizzato la propria attenzione sul ruolo svolto dalle prostaglandine a livello cerebrale, in particolare nella termoregolazione, in un articolo apparso su Archives of Internal Medicine (1974).